Riassunto della trama per gli increduli. Tsipras ha imposto e
vinto un referendum per chiedere ai suoi concittadini se sono accettabili le
condizioni da capestro imposte dai creditori internazionali al popolo ellenico
per ripagare gli interessi su un debito talmente grasso e grosso da far invidia
al celebre matrimonio greco. Gli ateniesi e i loro fratelli dicono di no, con
un sussulto di dignità imprevisto e capace di mandare in fibrillazione le borse
di mezzo mondo e fuori di testa gli esattori (per conto terzi) domiciliati a
Bruxelles. Bene, fatto questo mezzo miracolo, Varoufakis, uno degli artefici,
viene invitato a dimettersi perché ‘antipatico’ a Schaeuble, a Dijsselbloem e
agli altri compagni di merende dell’Eurogruppo. E Tsipras tace e acconsente. Della
serie: squadra che vince si cambia. Come se Bilardo, dopo il mitico gol di
Diego all’Inghilterra, nel 1986, lo avesse tolto di squadra nella finale contro
la Germania perché el diez stava sul
culo ai crucchi. Ma Alexis non si ferma mica. Anziché farsi forte della portata
storica dell’evento, anziché incarnare l’intransigenza di Leonida alle
Termopili, si trasforma in un Alcibiade qualsiasi e scende a patti col
nemico. Il primo round della trattativa post
referendum prevede, come sempre quando c’è da dissetare i Mercati e le loro
piovre, più tasse e meno diritti. Anche in Grecia si dovrà lavorare fino alle
soglie della tomba (o almeno dell’orrida vecchiezza cantata da Gozzano) e per
almeno quarant’anni per potersi godere la pensione. Il tutto per il bene del pueblo unido? Jamas. Semmai per avere un
prestito di 54 miliardi che serva a
onorare gli interessi su un debito monstre.
Quindi, i greci faranno debiti per pagare nuove tasse per consentire allo Stato
di contrarre altri debiti che aumentino il debito esistente permettendo di
rifondere gli interessi sul debito consolidato. Non c’è male per il leader di
una forza ‘di sinistra’. Pensate a come stanno ridendosela, adesso, le
banche già creditrici, liberatesi per
tempo dei debiti greci sbolognati agli stati e alle
istituzioni europee. Una risata cosmica, una risata leggendaria, all’idea che, dopo la sbornia di
pseudo-democrazia, quei grulli pagheranno più di quanto avrebbero fatto prima del
referendum. Come dite? E dei poveracci del Peloponneso che non arrivano
all’inizio del mese chi se ne occuperà? Non c’è problema. Quella stessa risata
li seppellirà.
Francesco Carraro
www.francescocarrario.com
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