Questa non è una battuta: il Foglio (rivista di spicco di un intellettuale famoso per essere
stato comunista quando tutti erano comunisti e forse bisognava mostrarsi un po’
liberali e liberista quando tutti sono diventati liberisti e forse bisognerebbe
mostrarsi un po’ comunisti) ha titolato (davvero!) poco prima del referendum
ellenico: Tsipras, stringi quella mano,
cazzo! Ora, supponiamo arrivi un giorno in cui la Grecia non abbia da
offrire più nemmeno il porto del Pireo, gli aeroporti più lunghi, le isole più
trendy. Supponiamo che la terra di Zeus si sia giocata, quel bel dì, anche il
Partenone con tutta l’Agorà, i santuari di Olimpia, Delfi e Delo, le spiagge di
Santorini, l’arcipelago delle Cicladi e quello del Dodecanneso. A quel punto,
si riuniscono i pezzi grossi della Trojka, insieme alle cancellerie che contano
del Vecchio Continente (Italia in anticamera), e decidono che può essere una
buona idea chiudere i rubinetti del bancomat. “Staccare la flebo ai renitenti
funziona sempre. Dopo qualche secondo decidono di collaborare. Gli americani lo
fanno da una vita, a Guantanamo, e poi anche a noi è andata sempre bene.
Pensate a quanto ci siamo divertiti nel luglio 2015, quella volta del
referendum”. Dopo qualche sghignazzata generale, i generalissimi della
Demokratura europea, chiamano il premier italiano, che nel frattempo ha finito
la merendina, e ottengono anche il suo okkkey.
Vada per un nuovo piano di salvataggio a favore della Grecia che ha già finito
gli 86 miliardi regalati al tempo in cui Varoufakis aveva pensato di spaventare
la Merkel col suo fuciletto di latta. In mancanza di cose e di case da prestare
in garanzia (tutte già pignorate la volta prima), le nuove misure di austerity
puntano sulle risorse umane: ogni capofamiglia greco dovrà inviare a Berlino la
propria figlia femmina (meglio se illibata) come ius primae noctis per i cavalieri teutoni di Schauble, mentre il
figlio maschio (meglio se nerboruto) presterà servizio civile (volontario e non
pagato) nei sotterranei di qualche multinazionale della Ruhr. Supponiamo tutto
questo e chiediamoci: accetterebbero i greci? La risposta è sì. Risupponiamolo
e richiediamoci: i kultori del rigore
europeo (quelli che ‘è tutta colpa dei greci se si trovano in queste
condizioni, dovevano fare le riforme strutturali e adesso devono pagare perché i creditori sono
buoni e i debitori cattivi’) avrebbero un sussulto neuronale? La risposta è no.
Per dire, Il Foglio titolerà: “Tsipras, calagli quella gnocca, cazzo”.
Francesco
Carraro
www.francescocarraro.com
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