domenica 31 maggio 2015

MEGLIO COMPETITIVI O COMPETI-VIVI?

 
Le istituzioni più prestigiose e venerate del mondo stanno tarando un questionario per individuare i bugs che sabotano il sistema economico impedendogli di marciare come una locomotiva atomica. Hanno individuato il baco par excellence, la cellula impazzita alterante l’equilibrio omeostatico del sistema. Si chiama essere umano e, per quanto sia oggetto di premurose ‘attenzioni’, si ostina a disadattarsi alle priorità della matrice. Allora chi di dovere ha deciso di applicare al microrganismo disfunzionale gli standard econometrici della civiltà finanziaria globale: PIL, deficit, debito, default. In capo a un complesso lavoro di squadra ne è scaturito il test da somministrare ai nano componenti umanoidi che ingolfano le turbine della motrice.  Ciò permetterà di sublimare l’apporto dei singoli e di agganciare alla stessa i vagoni della vagheggiata ripresa. Per quanto i contenuti siano ancora strettamente riservati e attingibili solo dalle elitarie committenze della rivoluzionaria ricerca, siamo in grado, complice una soffiata indiscreta, di anticiparvene i temi. Ecco dunque le soglie di criticità su cui sarete misurati. Primo step, prodotto individuale lordo: è l’insieme dei fattori che rendono bella, dignitosa, gratificante la vostra vita. Li potete facilmente isolare ponendovi  quesiti elementari. Vi sentite appagati e gioiosi al termine della vostra giornata? Ritenete di avere bene investito il tempo tiranno che vi condurrà, presto o tardi, alla tomba? Sprizzate orgoglio per come si sono affinati i vostri talenti unici e irripetibili? Provate un senso di rotonda compiutezza per aver camminato in direzione dei  sogni carezzati da bambini? Siete grati dell’oggi, appena tramontato, denso di innovativi progetti, di azioni finalizzate agli stessi, di persone coinvolte a brindare  al benessere che ne consegue? Insomma, ad essere brutali, trascorrete le vostre giornate immersi, fino all’orlo, in ciò ciò che amate annaffiando i semi di una passione inestinguibile? Riempite la clessidra (di una biografia destinata alla polvere) di minuti e secondi e millesimi volti a coronare una chiamata? Questo è il prodotto individuale lordo della vostra fragile umanità. Se la risposta alle domande è affermativa state deviando dall’ortodossia del sistema e, quindi, necessitate di un ‘tagliando’ che vi rimetta in PARI, di un reset approfondito che azzeri quel certo non so che di cui siete saturi e che vi fa stare bene. Un prodotto individuale lordo in attivo è inversamente proporzionale alle necessità e alle esigenze della ‘macchina’ di cui fate parte. Ergo, dovete ridimensionarvi e adattarvi, le vostre vite vanno rese più grigie, futili, banali e stressate. Se seguirete la ‘cura’, allora il vostro intero essere riprenderà a pulsare all’unisono con il cuor battente della civiltà competitiva e nervi, fibre, arterie e neuroni subiranno l’anestesia di un evanescente e sempiterno senso di vuoto funzionale al rilancio del  PIL collettivo. Secondo step, deficit personale. Per appurare se siete ‘sani’, se cioè vibrate in sincrono col ‘tutto’, dovete domandarvi se, al crepuscolo, vi sentite in debito di ossigeno mentale, emozionale, valoriale. Siete stanchi, stressati, provati, imbufaliti? Avete l’impressione di ballare a un ritmo hip-hop, marionette legate a mille fili? Sfruttati, frastornati, frustrati, incazzati con le troppe entità che esigono da voi troppe cose in troppo poco tempo? Vi sentite svuotati di energie, groggy tipo un pugile suonato, alla mercé di un’innumere (non schivabile) mole di stimoli? Non vedete  l’ora di affondare la testa nel cuscino coadiuvando il sonno con il succedaneo di un anestetico, alcolico o di altra natura? Questo è buono, questo va bene, il test è superato. Siete il prototipo ideale dell’evo competitivo, gente da battaglia, guerrieri sempre-in-piedi, In altre parole, siete in deficit e, da un dì all’altro, il vostro capitale di wellness, di serenità, di salute deflette, facendosi meno capiente del giorno prima in attesa di ridursi  di più l’indomani. Terzo step, debito spirituale. State accumulando conti in rosso con le vostre priorità? Saranno sempre meno le occasioni di dire sì al Grande Sogno? Siete in procinto di acconsentire all’ennesimo furto del vostro sacro spazio a beneficio di odiosi ladri di tempo che vi inducono-costringono-seducono a implicarvi in imprese senza scopo? Paventate di approdare decrepiti alle soglie della pensione per accorgervi di non avere in saccoccia né i soldi né la voglia né le energie per dedicarvi alla vostra presente Ragione di vita? State alienando minuti, ore, giorni, anni a un simulacro di esistenza animale in attesa che cali il sipario? Bene, benissimo. Siete in debito e quindi splendidamente allineati a ciò che esige il Sistema. Veniamo al default esistenziale. Vorreste dichiarare fallimento e ripartire? Abdicare alla schiavitù delle mille minchiate quotidiane agganciate come perline alla catena e ricominciare da zero, magari altrove? Uhm. Questo non è affatto positivo, anzi è un campanello d’allarme da non sottovalutare. Il default dell’individuo è la madre di tutte le minacce per l’evo competitivo. Dovete curarvi e, soprattutto, non cedere alla tentazione. Ci sono mille metodi per ovviare a tale carenza di spirito di adattamento, a questa euforia dell’abbandono. Non lasciate che la suggestione della fuga, l’ipotesi di una cornice di significato, l’idea bislacca di una vita sottratta al non sense, faccia presa. Se, malauguratamente, il test vi segnalasse un prodotto individuale  in attivo, un deficit personale al ribasso, un debito spirituale sotto controllo o, in difetto, la seducente prospettiva di un default esistenziale, sappiate che non è mai troppo tardi per venirne fuori. E smetterla di vivere.

 

Francesco Carraro

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domenica 24 maggio 2015

CON LE PEGGIORI INTENZIONI



Edward Snowden, ex contractor della Cia, ha rivelato, tra l'altro,  che la NSA, National Security Agency, starebbe lavorando a un progetto volto ad hakerare i dispositivi smartphone di centinaia di milioni di utenti per controllarne con più agio traffico dati e voce. Considerato che la notizia esce ora, ma il report è del 2012, possiamo dare tranquillamente per acquisito che il progetto non solo è stato già perfezionato e attuato, ma sia oramai a pieno regime. Un aspetto spesso sottovalutato in queste faccende è la velocità da corsa della tecnologia dei 'piani alti', geometricamente più elevata rispetto al 'passo' con cui il nostro cellulare si evolve da un 2.0 a un 2.1. Insomma, quando vi baloccate con le trame da film di fantascienza sul kontrollo che certe news adombrano,  la vostra preoccupazione è ridicola. Nel senso che è poca, è sempre in difetto rispetto alla soglia di invasività a cui è pervenuto, nel frattempo, il Sistema delle Comunicazioni Integrato a Tutela della Difesa e della Sicurezza dei Buoni e Bravi Cittadini Minacciati dalla Paura dell'Ignoto. Ad ogni buon conto, nel caso di specie, il disegno occulto prevede di dirottare l'interfaccia degli smartphone con 'motore' Android attraverso delle app alterate che permettano di spiare a distanza i malcapitati utenti. Ora, ciò che sorprende non è la notizia (dopotutto, il peggio non deve arrivare, perché è già tra noi), ma la reazione. Jeremy Gilulla, della Electronic Frontier Foundation, ha manifestato il timore di privati, aziende e consumatori che il progetto NSA possa essere impiegato da malviventi: "non c'è alcun modo di inserire una backdoor o una via d'accesso privilegiata per le forze dell'ordine senza che questa possa essere sfruttata anche da malintenzionati". Povero cucciolo! In quella particella aggiuntiva ('anche') c'è tutta l'ingenuità dell'essere umano. Sveglia Jeremy! I malintenzionati che piegheranno  le backdoor ai loro biechi fini sono pesci piccoli di seconda generazione. Quelli della prima, invece, son gli stessi che le hanno inventate e a cui hai rivolto il tuo ansioso appello.

Francesco Carraro

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IL MIGLIORE DEI FONDI POSSIBILI


C'è una cosa che manda ai matti i supporters dello status quo. Posto che viviamo nel migliore dei mondi possibili (come diceva Liebnitz) e posto che oggi si è inverata la Repubblica profetizzata da Platone ventiquattro secoli fa (con gli arconti filosofi al comando, cioè i meglio dei meglio a capo di BCE, Consigli dei Ministri e Commissioni varie) com'è che non ne usciamo dal labirinto della crisi? Non fai a tempo a esultare per i dati fantastici della fantasmagorica riforma del job's act che scoppia la grana dell'Inps. Risolvi la grana dell'Inps e deflagra quella dell'Iva, scopri un tesoretto e te lo scippa il vecchietto. Insomma, la coperta è sempre troppo corta. E, ve lo dico in confidenza, c'è una cosa che manda ai matti anche i tenutari dello status quo. Non riescono a capire come far convergere le due direttrici parallele su cui si basa tutta la loro costruzione: da un lato impoverire il più possibile le classi medie facendone un ammasso di sottoproletariato disorganizzato (gente che campi di mini jobs, di part time, di redditi di cittadinanza e di altre  elemosine del genere), dall'altro far sì che queste stesse classi immiserite consumino per rilanciare (e possibilmente sostenere) la competitività. Ci dev'essere un modo, e se non lo trovano gli arconti platonici chi mai? E, se non ora, quando? Alla fine, ecco la quadra: il debito. Ad ogni cittadino verrà erogato un debito di cittadinanza di duemila euro al mese, anzi facciamo tremila. Col prestito, il bipede consumatore potrà finalmente ingozzarsi e riempirsi di ogni ben di dio. Così il PIL schizza alle stelle, il rapporto col debito si sgonfia, il deficit collassa e l'Eldorado è fra noi. 'Gli è che poi mi si ingrossa il debito privato' ha fatto notare uno dei Socrati reincarnati a uno dei Platoni di ritorno. 'Mai paura. Ci facciamo garantire con ipoteche sugli immobili. Gli italiani ne sono strapieni'. 'Ma gli immobili son già tutti ipotecati e poi non valgono più un cazzo'. Alla fine, i re filosofi han deciso che i nuovi mutui mensili verranno garantiti ipotecando i figli dei destinatari dell'assegno (anche i nipoti van bene). Così, se uno non riuscirà a restituire ciò che spende per la crescita del figlio, potrà sdebitarsi cedendo il figlio a titolo gratuito allo stato per rilanciare la crescita del PIL. Lo so che sembrava di aver già toccato il fondo, ma, toccato un fondo, le nostre guide ne additano subito un altro. Ed è sempre il migliore dei fondi possibili.

Francesco Carraro

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REPETITA JUVANT


Dopo le stupefacenti dichiarazioni del Ministro Padoan a dire del quale la Corte Costituzionale avrebbe dovuto avvisare il governo della tegola sull'inps che gli stava per piovere addosso, si sono creati due filoni di pensiero nel Paese. Il primo fa capo ai sostenitori del ministro (cioè a tutta la compagine renziana) e prevede di sanare la faccenda con due-righe-due da inserire in un decreto su cui porre la fiducia. In pratica, si tratta di istituzionalizzare la spiata. Da oggi, quando i giudici coveranno l'ambizione iniqua e perniciosa  di emettere una sentenza che scontenti lo Stato  dovranno telefonare al premier in carica e cercare di trovare un accomodamento. Sarà loro imposto, in altre parole, di fare ammuina con il destinatario della pronuncia negativa. Aumma aumma, nella più sana e solida tradizione italica. L'altro filone di pensiero è maturato, invece, nella classe prima B della scuola elementare "La Margherita" di Roccacannuccia sull'Adige, un ridente paesino dell'Adriatico. L'idea è venuta a Mariolino, uno scolaro appassionato di educazione civica. La sua maestra di italiano l'ha trovata interessata e postata sul web dove sta facendo il pieno di like in facebook. Prevede l'organizzazione di una gita fuoriporta, per Renzi e tutti i suoi ministri, da accompagnare, in fila per tre col resto di due, nell'aula di un tribunale qualsiasi a sedere in prima fila. Qui, la squadra dovrà riportare cento volte sul laptop la scritta che campeggia sopra lo scranno dei giudici e, all'uscita, verrà interrogata con domande multiple tipo: per chi è uguale la legge? La legge è uguale per chi? Tutti sono uguali davanti a cosa? Grazie a un eccellente operazione di crowdfunding è stato già finanziato il pulmino per condurre i ministri in gita. Uno di essi ha anche ringraziato l'ideatore, Mariolino, telefonandogli a nome del capo perché l'iniziativa è a costo zero e non graverà sulle provate finanze pubbliche. Poi, pare che riservatamente gli abbia chiesto un'anticipazione su quale minchia  sia la misteriosa scritta che lui e i suoi colleghi dovranno copiare.

Francesco Carraro

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IL NANO UNICO



Quando Renzi si lascia sfuggire la frase sul sindacato unico, sull'esigenza che le istanze dei lavoratori siano compartimentalizzate in un'unica agenzia rappresentativa, non dà prova di eccezionale arroganza, ma di normale coerenza. Il premier esprime, come meglio non potrebbe, la concezione del potere nell'Evo Competitivo. Nelle sue parole non c'è la prepotenza del caudillo atta a sparigliare e poi far sparire le opposizioni. C'è piuttosto la serena coscienza di sé del  politico in sublime sintonia coi tempi. Renzi 'funziona' per questo e continua a lavorare e a piacere (a un italiano su tre, quanto basta) per questo: non per la sua levatura, ma proprio per la sua 'minorità' politica. L'Evo Competitivo esige leaders siffatti, capisquadra vibranti in assonanza con l'Onda Lunga del Pensiero Unico. Tranquilli, non ci sono dittatori in pectore alle viste. Una dittatura scaturisce dal proliferare di voci dissonanti  su cui mettere il coperchio della censura, del confino, della violenza. Oggi la dittatura 'classica' non serve perché le voci disfunzionali alla matrice crepano di consunzione, si estinguono per morte naturale. C'è un'unica agenda, un unico progetto politico, un'unica ipotesi di società. Le prospettive 'altre' sono decedute, o in coma, o in fila per l'eutanasia. Non ha più senso parlare di pluralità di canali di comunicazione, di agenzie di rappresentanza, di enti territoriali, se la Voce e il Pensiero che quella Voce esprime, sono unici. La roba vecchia va giù dal balcone della storia. Renzi è sul balcone, i suoi nemici di sotto. Soccomberanno perciò, come le cabine telefoniche o i dischi in vinile, i parlamenti bicamerali, le province elettive, i deputati in eccesso, e, quindi, ineluttabilmente, anche i troppi sindacati, vale a dire tutti quelli eccedenti l'unità. L'inconsistenza ideologica, filosofica, progettuale  del renzismo non è un minus, ma un plus che nutre la sua spietata efficienza. E il rispondere 'finito il pane, mangiate brioches' delle sue ministre vassalle alla plebe dissenziente è un segno d'Epoca. Dove chi vince, vince per l'Impero e per penuria d'avversari giacché  l'Impero  non tollera avversari e non fa prigionieri. Quindi sì, ha ragione il valvassore fiorentino: il sindacato unico è inevitabile, quanto il Partito Unico, il Parlamento Unico, la Televisione Unica e il Pensiero Unico. Alla Camusso va la tenera solidarietà dovuta ai nativi  sioux riottosi a capitolare davanti alle giacche blu. In definitiva, Renzi, per statura politica, svetterebbe quanto un nano in giardino se paragonato ai grandi statisti del passato. Ma oggi, consonante e supino all'Onda Lunga, giganteggia come un nano in un giardino senza statue. Il Nano Unico.

Francesco Carraro

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sabato 16 maggio 2015

PIOVONO POLPETTE


Qualcosa di buono in Europa c'è, quindi stanno lavorando per eliminarlo. Ci riferiamo al principio di precauzione citato dall'articolo 191 del TFUE e dalla Comunicazione della Commissione Europea del 2 febbraio 2000. Praticamente significa, in ambito alimentare, che se un cibo è anche solo sospettato di effetti dannosi per il consumatore è doveroso ritirarlo dal mercato. Come dire: in dubio pro homine, nel dubbio tuteliamo la persona che quel cibo lo mangia  e non il profitto di chi quel cibo lo vende. Negli USA, dove van per le spicce, c'è un criterio antitetico  'fondato sulla scienza'. Cioè, prima di rompere i maroni con cavilli da francescano devi dimostrare in-con-fu-ta-bil-men-te che una merce è pericolosa e, solo dopo, puoi penalizzare il mercato. Occhio: i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, negli Stati Uniti, stimano in 48 milioni le persone colpite, ogni anno,  da foodborne illness cioè da patologie alimentari dovute a cibi nobbuoni. Molto bene, col Ttip, il trattato di libero scambio e commercio tra Vecchio e Nuovo Mondo, i cui round procedono a marce forzate, l'oceano di distanza tra noi e loro si asciugherà e vivremo felici in un Eden senza più frontiere. E senza più principio di precauzione? Giammai, ti diranno inorriditi i rappresentanti della novelle vague renziana che gongolano per il Ttip. Ma i ceo delle corporations (che si stanno leccando i baffi al grido di 'piatto ricco mi ci ficco') hanno l'asso nella manica. Nel trattato c'è la cosiddetta clausola Isds. Prevede che, laddove uno Stato, in un inopinato delirio di onnipotenza sovrana, decida di vietare, che so io, i polli al cloro o i manzi all'antibiotico, potrà essere citato in giudizio (dall'azienda 'danneggiata') per danni milionari  davanti a una corte arbitrale privata. Che ne farà polpette.

Francesco Carraro

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TI SA O NON TI SA?


Sapete cos'è il Tisa? L'acronimo di Trade in services agreement ovverossia un accordo di interscambio e condivisione di deregulation sui servizi. America ed Europa lo stanno negoziando in silente omertà e avrà un impatto enorme sulla vita di ciascuno di noi, soprattutto dei nostalgici decadenti dello stato sociale che fu. Il Tisa contempla due pilastri: la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali non ancora svenduti (trasporti, sanità, istruzione) e, soprattutto, l'altissima diffusione, senza scrupoli di privacy, dei dati personali appetibili alle multinazionali della finanza e dei mercati bancari e assicurativi. Basta segreti, per la carità! C'è il fior fiore del capitale multinazionale che fa la fila alle porte di casa nostra per renderci la vita  migliore e vogliamo intralciarlo con pali e paletti, lacci e lacciuoli? Certo che no, ma  l'aspetto stupefacente della faccenda è un altro. La soffiata sulla Tisa viene dal presunto criminale internazionale Julian Assange e da Wikileaks  che ci ha fatto lo scoop. Insomma, il più ciclopico progetto di disintegrazione del welfare e di polverizzazione del diritto alla riservatezza che sia mai stato concepito nella Storia, era top secret. Nessuno doveva sapere, se non a cose fatte, e pare addirittura che le prime bozze del documento siano esplicitamente coperte da un obbligo di segretezza. Ma non ci dobbiamo preoccupare, amici. Numero uno: per fortuna, il Tisa non prevede nulla di diverso rispetto alle ricette applicate negli ultimi anni per generare la più devastante crisi economica dal Ventinove in qua. Si limita a perfezionare gli ingredienti. Numero due: siamo tutelati a livello comunitario, giacché del Tisa si sta occupando la Commissione Europea che ci terrà quotidianamente aggiornati sull'andamento delle trattativa e ci farà pure un programma su Radio Londra dal titolo 'Tutto il Tisa minuto per minuto'. Numero tre: Renzi non lascia, raddoppia. Quando gli hanno spiegato che il Tisa (insieme al Ttip, il trattato sul commercio transatlantico) avrà un impatto dello 0,4% sul PIL del vecchio continente da qui al 2027, ha ordinato ai suoi di firmare quello che c'è da firmare e di spingere sull'acceleratore: invece che a novanta gradi, ci si metta pure a centottanta che c'è da stimolare la crescita.

Francesco Carraro

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DAL CROCIFISSO AL CROCI MOBILE


Dio com'è veloce la chiesa di papa Francesco, tarata sulle compulsive spinte all'innovazione della comunità dei fedeli. La conferenza episcopale della Svizzera ha finalmente bruciato le tappe di un processo di rottamazione del Credo non più rinviabile. Sfornato il questionario Invalsi del cattolicesimo (test a risposte multiple fuori dalle chiese), ne han tratto le debite conseguenze: la Sacra Famiglia è obsoleta, troppo 'famiglia' e, va da sé, troppo 'sacra' per risultare spendibile e consumabile dalla rete. I vescovi elvetici hanno dichiarato che ci vuole un approccio 'bottom-up' che parta dal basso cioè (testuale) 'dalla concretezza della vita quotidiana'. Ergo, concludono i presuli, il Sinodo prossimo venturo dovrebbe 'concepire in modo nuovo l'ideale stesso e riformularlo in vista delle situazioni di vita odierne'. Alla buon'ora. L'Ufficio Studi Multiculturali e Interreligiosi dell'Unione Europea ha in canna una direttiva per tutte le parrocchie più retrive: basta sangiuseppi barbuti e madonne femminili. Il papà del bambinello si chiamerà genitore uno e lo si potrà rappresentare (ma solo su base volontaria, niente imposizioni) come un transgender, mentre la mamma si chiamerà genitore due e si farà crescere la barba modello Conchita Wurst. A Napoli hanno già fiutato l'affare e, in occasione del Natale che verrà, ci saranno presepi come si deve: con due Giuseppi, o due Marie e anche con embrioni bisex su mangiatoie in provetta. I vescovi di Basilea e Zurigo hanno pure proposto di togliere quella croce bianca (così antiestetica e turbativa delle coscienze) dal vessillo nazionale e esortato i cristiani a smetterla di sforzarsi di imitare la Sacra Famiglia. Rilassatevi peccatori! E' la Sacra Famiglia che deve cominciare (testuale) a 'rimodellare l'immagine sulle nuove suggestioni che giungono dal mondo'. Quindi, caro Gesù Bambino, vedi di darti una mossa. Vedi di nascere in modo nuovo e crescere in contesti evoluti. En passant, evita pure di immolarti sul Crocifisso, ma se proprio devi, almeno cambia verso. Aria fresca, vocaboli moderni. Crocifisso sa di naftalina, dura minga. Prima o poi dovrà pur arrivare una conferenza episcopale a suggerire un approccio semantico trendy al tuo sacrificio. In sintonia col cambiamento, col movimento, con le riforme. Trovato! Da domani basta croci-fissi. Solo croci-mobili.

Francesco Carraro

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BEOTA IGNORANZA


La descrizione del dibattito sulla scuola ad opera delle bocche di fuoco dell'informazione (i telegiornali dell'ora di punta) è emblematica. Può cioè assurgere a modello di un tipo di linguaggio, anzi del linguaggio 'tipo' che ci siamo abituati ad assimilare e, dunque, a parlare. Dice: siamo i fortunati cittadini di un mondo multimedializzato ergo dell'era più informata, democratica e consapevole della storia; canali spara-news come se  piovesse, mica solo i tg, dove li metti   la carta stampata e il web? Vero, ma sono fonti assai meno incisive  sui processi che  'formano' le nostre opinioni. I telegiornali restano la scaturigine prima e non filtrabile del flusso di novità che ci racconta come va il mondo. Sono più 'violenti' e diretti di qualsiasi altro media. Ci entrano in testa senza chiedere permesso. E lo fanno censurando sistematicamente  i fatti. La sequenza, in genere, è questa: musica a tamburo, titolone gigante, strillo dell'anchor man che ti incolla al video. Ecco il battesimo di un argomento (facciamo la 'buona scuola' oppure il decreto 'salva Italia' oppure la 'riforma dell'Italicum'). La fase due consiste nell'alternare i presunti pareri di supposti rappresentanti di chi approva la riforma con gli slogan critici di chi vi si oppone. Il contenuto della riforma, l'oggetto della contesa, passa subito in secondo piano. Risultato:  lo spettatore medio 'sa' di una riforma sulla scuola, e 'sa' di paladini favorevoli e di bastian contrari. Il Tg altro non dice e i problemi li tace. E siccome in milioni si informano solo con i tigì, abbiamo una massa incalcolabile di sub informati che 'sanno' della riforma sulla scuola, 'sanno' della nuova legge elettorale, 'sanno' di Renzi, 'sanno' delle stragi dei migranti,  'sanno' dell'Europa. Pilluccano brandelli di gossip per ripiombare poi nell'ipnotico tran tran quotidiano. I tg, del resto, sono concepiti per far 'sapere' senza far 'capire'. Una specie di sedativo delle coscienze da cui è bandita ogni ipotesi di approfondimento. Fomentatori di sensazioni di 'sapienza' finalizzati a implementare l'ignoranza. E' il motto di Einaudi ('conoscere per deliberare') declinato all'incontrario, in conformità alle esigenze della Matrice informazionale due punto zero: deliberare di non far conoscere.

Francesco Carraro

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C'ERA UN MACACO IN COMA


Alla fine se n'è accorto un premio Pulitzer. Seymour Hersch, vincitore dell'onorificenza nel 1970 per un reportage sul massacro di Mai Lai in Vietnam, ha trovato le prove che l'uccisione di Osama Bin Laden (per come ci è stata raccontata dall'amministrazione Obama) è tarocca quanto il tasso di democrazia dell'Italicum. Fu una gigantesca operazione di entertainment pagata venticinque milioni di dollari. Ergo, nessuno scontro con i Navy Seal, nessuna epica eliminazione del pericolo pubblico numero uno ad opera dei cavalieri Jedi delle Forze del Bene. Ora, con tutto il rispetto per Hersch che ha fatto il suo dovere con onore, possiamo sommessamente chiederci se era necessario un premio Pulitzer per rendersi conto di quanto quella vicenda puzzasse di bruciato? O, meglio, possiamo usare questo scoop per realizzare il grado di condizionamento mentale a cui ci hanno ridotto decenni di dis-informazione televisiva tarata sull'intelligenza di un macaco e sulla credibilità di un match di wrestling? Sì, possiamo, dai che ce la facciamo. Andiamo a recuperare i titoloni emozionanti avallati da direttori  emozionati all'indomani dell'eliminazione di Osama. Quel giorno ci fu venduta, tra le altre, la monumentale stronzata secondo cui del Grancattivo non potevano mostrarci il corpo perché seppellito nell'oceano, secondo il rito islamico, dai marines di una portaerei U.s.a. Era una breaking news così palesemente stupida e insultante (persino per i neuroni di un macaco) da rappresentare la prova del nove per gli spacciatori di fole. Della serie: se si bevono questa, si berranno tutto. Avevano ragione loro. Non ci fu un solo pensatore od opinionista o intellettuale che fece un plissé di fronte all'evento. Solo cubitali esultanze con occhielli listati a lutto per le esequie. Ci sono voluti un premio Pulitzer e tre anni di indagini per farci gridare Eureka! Non è credibile che un lupo con la cuffia e la vestaglia sia la nonna di Cappuccetto Rosso. E neppure che gli yankees sian così rispettosi dell'Impero del Male da coltivarne i funebri riti, cascasse il mondo, anche col cadavere di chi si dice (in attesa di un premio Pulitzer) concepì e attuò l'undici settembre . Tutto liscio e lineare, anzi, piatto, più dell'encefalogramma di un macaco. In coma.

Francesco Carraro

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domenica 10 maggio 2015

AMMAZZA LA VECCHIA COL FLIT


La cosa che più ha (giustamente) turbato i nuovi  sorridenti & divertenti & sempreattenti reggenti di largo del Nazzareno è che ci sia ancora qualche incrostazione di vecchiume, qualche escrescenza di rancido potere (sfuggito alla rottamazione) che cova trovate ottocentesche e crepuscolari come la tutela dei pensionati e dei lavoratori. Nelle ultime ore, in quelle autentiche fucine di energie intellettuali (sprizzanti scintille come il maglio dall'incudine) che sono i pensatoi del Partito Democratico si stanno interrogando su come sia potuto succedere. Il Capo è furibondo e si aggira nei saloni del palazzo inveendo contro il destino cinico e baro che gli ha fatto dimenticare la Corte Costituzionale. E va ripetendo alla Boschi e alla Madia che dovevano ricordarglielo. Bastava inserire un codicillo nell'Italicum dove si diceva che la Corte può pronunciarsi su tutto tranne che a beneficio di chi lavora e di chi invecchia. Ma ormai il danno è fatto e la sentenza sul piatto. Dice, papale papale, che la riforma Fornero, laddove bloccava l'adeguamento delle pensioni al costo della vita, era anticostituzionale. Capite bene che un partito come quello dei dem non può digerire una simile bestemmia e si trova ora anche in serio imbarazzo con i partners comunitari e coi mercati a cui dovrà spiegare perché mai una parte delle tasse degli italiani dovranno finire in tasca di inutili (rottamabili) anziani, non competitivi e minimamente performanti, anziché in quelle degli investitori internazionali. E' un'eresia che grida vendetta, un oltraggio per gli eredi del partito comunista italiano. E' mai possibile che nel 2015 ci sia ancora una Corte da Strapaese che pensa ai vecchietti di Moncalieri anziché ai dividendi di Goldman Sachs? Il movimento che fu di Gramsci e Berlinguer non può tollerarlo perché nutre un odio atavico per  le ineguaglianze ed è chiaro che beneficiare gli ultraricchi di domani meno di quelli di oggi è un'iniquità immonda. Alla fine, però, hanno risolto l'inghippo. C'è da rispettare l'articolo 81 della Costituzione che ci obbliga al pareggio di bilancio, dunque la soluzione l'han trovata: basta togliere dalle pensioni medie quello che bisogna ridare alle pensioni minuscole, e il gioco è fatto. E il premier ha pure escogitato un tweet fantastico: "Pensionato, non ti devi chiedere che cosa può fare la Corte Costituzionale per te, ma che cosa può fare il tuo partito per fottere la Corte Costituzionale".

Francesco Carraro

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RESTA CON NOI NON CI LASCIAR!


L'esito delle recenti elezioni britanniche ci offre il destro per una breve fenomenologia della manipolazione mentale nell'era delle Borse&deiMercati. Il processo funziona attraverso quel sistema brevettato da Jeremy Bentham che fa del piacere e del dolore i due corni di tenaglia attraverso i quali pilotare a dovere le reazioni umane nella direzione voluta. I brani virgolettati che seguono li abbiamo tratti da uno dei tanti articoli (simili) pubblicati nei giorni successivi al trionfo dei conservatori inglesi. La prima mossa  (piacere) consiste nel riferire di come gli dei (i mercati) e le dee (le borse) hanno gradito la scelta assennata degli elettori: "Dopo la vittoria di Cameron le borse festeggiano la stabilità e la promessa di tasse bloccate fino al 2020 (...). L'esito più imprevedile è anche quello che, nel breve periodo, tranquillizza maggiormente i mercati". A questo punto il soggetto bersaglio ha un sussulto di godimento e pensa 'meno male, se loro sono tranquilli, forse per un po' le cose andranno bene'. La seconda mossa (dolore potenziale) consiste nell'impedire alla mente del bersaglio di rilassarsi: "Ma il verdetto delle urne apre ora la strada a evoluzioni che potrebbero costare care all'economia britannica". La minaccia, larvata, è di non credere di essersela cavata così perché ci sono altri appuntamenti in agenda (tipo il referendum per l'uscita dall'euro) dove the english medioman deve fare il bravo in cabina elettorale. Ecco allora la terza mossa (dolore sordo) da applicare agli elettori non direttamente coinvolti nel referendum (per esempio gli italiani): "In caso di vittoria dei no inglesi, per l'Italia si profilano uscite aggiuntive per quasi 1,4 miliardi di euro". Quindi, caro italiano, non pensare che non ti riguardi; se gli inglesi scherzano col fuoco cioè con le istituzioni comunitarie (somme pontefici e tramiti tra il volgo e le divinità) potresti pagarla salata proprio tu. La quarta mossa (dolore sottile) serve a rammentare che questa è una valle di lacrime e ci sarà ancora da patire, ma va bene perché gli dei si sazieranno dei nostri sacrifici: "Per i cittadini si profilano dunque nuovi tagli alla spesa, a partire dai sussidi sociali per i disoccupati (...). Non stupisce che questo pacchetto piaccia ai mercati visto che il risultato è stata una ripresa del PIL". L'ultima mossa (dolore acutissimo) sta nel paventare l'esodo di dio dalle terre degli schiavi con conseguenti piaghe bibliche e sofferenza e deserto e morte: "Il Financial Times ha rivelato che in vista del possibile Brexit le banche statunitensi Bank of America, Citygroup e Morgan Stanley stanno organizzando lo spostamento di attività". Ma non accadrà perché siamo un popolo peccatore, ma manipolabile e fedele, che, posto dinanzi al bivio, non tradirà mail il Suo Signore e, alla bisogna, intonerà pure l'inno: Resta con noi, non ci lasciar!

Francesco Carraro www.francescocarraro.com

MOLTO MEGLIO MARADONA


Una volta si diceva che se sei di sinistra a diciott'anni e di destra a cinquanta va bene, in caso contrario sei un coglione. Spero non valga la stessa cosa per il calcio. Cosa significa se a quindici anni sei un fanatico di Platini e trent'anni dopo non vuoi vederlo manco in fotografia? Il divino Michel è stato uno dei più bei giocatori della storia. Solo chi l'ha visto dal vivo può capire. L'eleganza di fioretto, la spietatezza della spada e quel guardo ironico con cui gabbava le difese carogne della serie A degli anni Ottanta, con l'irriverenza di un calembour, con la sufficienza di un sangue blu. Platini disegnava calcio, parabole sublimi, tunnel chirurgici, lanci millimetrici, incarnava l'aristocratica magnificenza del numero dieci e passava tra gli stopper avversari come Mosè tra i flutti del Mar Rosso: apriva i catenacci e imbucava gol. E lo faceva da artista per bene, con decoro borghese, non con l'irruenza proletaria e blasfema di un Maradona. Come non amarlo? Pausa. Oggi Platini è il presidente dell'Uefa, uomo di potere, connesso con il potere e ad esso avvinto e partecipe delle logiche che lo ispirano. Forte di quelle logiche, l'Uefa di Platini ha gratificato l'Olanda con il premio fair play. Nonostante la devastazione di Roma ad opera dei teppisti orange prima del match Roma-Feyeenord del 20 febbraio scorso.  Platini l'ha fatto, contro l'evidenza dei fatti, perché il bilancino dell'ipocrisia delle istituzioni calcistiche è calibrato come quello che ‘pesa’  le cose del mondo. Le Roi Michel è l'emblema vivente, l'effige dell'intelligenza che si presta, e si prostra,  al Sistema, e lo copre. Come Anakyn Skywalker che si fa Dart Fener. E intanto Maradona ne combina peggio di Bertoldo ma è sempre vivo e sincero e lotta da solo contro un mondo. E allora, sapete che vi dico? Molto meglio Maradona.

Francesco Carraro

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INTELLIRENZIA


Evviva gli intellettuali, ci fanno ragionare, ci fanno pensare, ci distolgono dal rimuginare cretino sulle balle della stampa nazionale. Per fortuna che, ogni mattina, tu compri un giornale a caso e ci trovi un editoriale a caso che ti illumina, ti spiega come funziona il mondo ed evita che la tua mente vacilli e sbandi e cada preda della confusione e dell'inquietudine. L'intellettuale, in Italia, è una figura carismatica che vanta straordinari capostipiti, interpreti di grido, tutta gente che ha saputo leggere i tempi, financo anticiparli, e correre appresso a un avvenire migliore del mesto presente che ci tocca in sorte. Perché l'intellettuale ha quel certo non so che, quel quid pluris, ha studiato, capito? Ha frequentato scuole alte, ma così alte da apparir vertiginose, luoghi eletti, cenacoli appartati, torri d'avorio in cui l'intellettuale si ciba di sopraffine squisitezze negate al volgo e alla massa. Poi le trita, le mastica, le digerisce e le traduce a noi mortali. Evviva l'intellettuale che ti dice quello che, altrimenti, non arrivavi mica a capire, stupido che sei. L'inno all'intellettuale sgorga di petto, come acqua di fonte, quel giorno che ti svegli, compri, casomai, il Foglio e leggi una strepitosa dritta soffiata da Giuliano Ferrara al Cavalier Cortese: fatti furbo, copia Cameron. Riportiamo, testuali, le parole del consigliori: "trovare un nucleo di classe dirigente, che in parte ha già in casa, capace di emulare Renzi sul piano del governo del paese e delle politiche di rilancio dopo la crisi". Dio, come ti senti piccolo, dopo letture così, una canna pascaliana al cospetto dell'universo. Non avete capito? Berlusconi, per vincere, deve fare quello che fa Renzi, cioè le stesse politiche. Questa è la cifra del genio. Pensiero laterale, teoria dei giochi, l'arte di Sun Tzu applicata alla politica. Ma perché nessuno ci aveva pensato prima? Per battere un governo 'di sinistra' che fa politiche di 'destra' basta fare copia-incolla oppure ctrl-V. E poi non è manco difficile, ci hanno già la classe dirigente in casa. E pure  l'intellettuale di riferimento.
Francesco Carraro
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QUESTA E' LA CANZONE INTELLIGENTE CHE FARA' BALLAR TUTTALA GENTE


Non c'è niente da fare, hanno ragione i cospirazionisti. Ci dev'essere un'entità cattiva come la Spectre e stupida come il commissario di Fantomas che scrive i discorsi ai leader delle due opposte fazioni che si disputano, in una sana competizione democratica, i voti italiani per rappresentare e guidare l'Italia verso i suoi ineluttabili (e magnifici) destini. Mi spiego: Renzi è figo, dialettico, giovane, trendy, disinvolto, telegenico. Berlusconi è figo, dialettico, giovanile, trendy, disinvolto, telegenico. Insomma, siamo il paese più fortunato del mondo. Male che vada, caschiamo sempre in piedi. Se vincono i biechi comunisti (come dice Berlusconi) ci tocca quel fenomeno di Matteo. Se vincono i gufi rosiconi (come dice Renzi) ci tocca quel fenomeno di Silvio. Una condanna al paradiso. Come dover scegliere, al calcio mercato, tra Messi e Cristiano Ronaldo. E allora la colpa di chi è se 'sta coppia di fuoriclasse se ne esce con certi discorsi? Di chi glieli scrive. Di chi trama dietro le quinte pensando che il q.i. degli italiani perda i pezzi ad ogni stagione. Come d'autunno sugli alberi le foglie, direbbe Ungaretti. Ultime dal fronte. Per Berlusconi la chiave è rifare un rassemblement dei moderati, simile al partito repubblicano americano. Il quoziente intellettivo dell'elettore medio di destra, già provato, vacilla sotto quota novanta, ma si convince: ah sì, giusto, i moderati, ecco perché  le cose vanno come vanno, perché la sinistra rovina tutto. Ora mi metto la giacca blu e vado a combattere gli indiani. Ma Renzi ha l'arma letale che ti stende il neurone rimasto e rimbrotta i nostalgici del P.c.i.: siete fermi al partito del 25%. Se volete il 40% dovete venire con me. Il cervello, già in fuga, dell'elettore P.D. prende il largo: ah sì, giusto, per essere di sinistra bisogna averlo più lungo degli altri quindi ha ragione il Renzi. Insomma, se ci trattano da cretini non è colpa loro, ma di quelli che gli fan le strategie e gli reggono il leggio. Ah se lasciassero mani libere al Renzi! Ah se lasciassero briglie sciolte al Silvio! Avrebbero persino un inno condiviso (tratto da Cochi e Renato): questa è la nazione intelligente che farà cantar tutta la gente, questa è la nazione intelligente che farà cantar, che farà ballar. Iattattà tr.

Francesco Carraro

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