PIZZO E FICHI
L’altro giorno passeggiavo
in città e mi sono imbattuto in uno di quei surreali, favolosi mattacchioni
episodicamente impegnati in ciò che
Socrate faceva di default, dall’alba al tramonto, nell’agorà di Atene: pensano
a voce alta, pongono domande stupide, riflettono al netto di mediazioni,
parlano senza censure. Il capitano coraggioso si era portato un predellino e
l’aveva messo al centro di una piazzola medievale, vi si era arrampicato sopra
e cercava di provocare i passanti a una franca discussione. Dopo un po’ di saluti e cazzeggi, il tizio, con un
copricapo da buffone, la giacca di velluto lisa, le brache troppo larghe
cascanti su scarpe troppo strette, si è messo un naso di plastica a patata, da
clown, e ha posto sul tappeto la questione che segue: “C’è un fatto, nel mondo
che passa e nei tempi che corrono, che mi ricorda da vicino una cosa, ma non
riesco a ricordarmi quale, ce l’ho sulla punta della lingua, ma davvero non ci
arrivo, aiutatemi”. Si è radunata una piccola folla di curiosi a darsi di
gomito e pigliare per i fondelli il picchiatello, a mezza bocca, con rapidi e
sapidi commenti sottovoce. Poi, però, mentre l’uomo proseguiva a illustrare il
suo dilemma, ci siamo tutti appassionati perché percepivamo una soluzione a
portata di mano, senza riuscire a scovarla. Più o meno, il giullare ha argomentato
così: “Fatemi capire, c’è questa realtà detta Unione Europea a cui da decenni
diamo sempre di più. Ci ha chiesto, intanto, di rinunciare ai confini
geografici e l’abbiamo fatto perché ci vuole più Europa per avere più
protezione. E va bene. Poi ci ha chiesto la cassetta di sicurezza, insomma il
Tesoro con cui ci facevamo la carta moneta perché, se i denari son gestiti da
un solo condomino, gli altri hanno più protezione, e gli abbiamo dato anche
quello. E va bene. Poi ci ha chiesto di prestargli la facoltà normativa,
insomma il potere esclusivo di farci le leggi da noi, perché se le leggi non le
fanno i politici ladri, ma i ventotto Savi, allora avremo la Repubblica di
Platone e, va da sé, molta più protezione e abbiamo tolto dal nostro Parlamento
tutti i pulsanti di comando trasferendo la stanza dei bottoni altrove. E va
bene. Poi ha cominciato a chiederci una
specie di contributo, sempre più consistente, un pizzo diremmo noi della città
da cui provengo. Caspita, pure ‘o pizzo,
ma va bene perché ‘ci vuole più protezione’ hanno cantato in coro i nostri
entusiasti europeisti prima ancora che arrivasse la spiegazione da Bruxelles. E
Bruxelles ha annuito, sorniona: ‘Ben detto, ecco la spiegazione: ci vuole più
protezione’. Ora, cari concittadini, so
che mi considerate un border line da
manicomio però vi prego, aiutatemi, qual è quella realtà molto simile a questa
dove se paghi, basta che paghi, hai sempre più protezione? Possibile che da noi
non se ne parli e finisca sempre tutto a pizza e fichi? Davvero risposta non
c’è?”. Nessuno ha fiatato perché nessuno sapeva che dire. Siamo andati via a
capo chino interrogandoci sull’arcana sapienza di quell’uomo peculiare e sulla
potenza della vera filosofia, nata non a caso sulla strada, e in grado di porre
i quesiti immortali cui i mortali non sapranno rispondere mai.
Francesco
Carraro
www.francescocarraro.com
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