domenica 15 marzo 2015

CHE NON MI SENTA LA PRESIDENTA

Questa mattina al risveglio, togliendo la pigiama, mi sono reso conto che stavo ancora vivendo la dramma iniziata ieri sera quando ho letto le ultime dichiarazioni della Presidenta Boldrini: "smettetela di chiamarmi Signor Presidente, non sono un uomo". Sono avvampato di vergogna, mi sono sentito inadeguato e stupido. Anche indegno di avere un rappresentante istituzionale (la terza carica dello stato!) che non merito. Nonostante io abbia studiato e abbia preso una diploma di maturità sono un ignorante totale che non capisce la sensibilità e il livello di acume di questa nuova era. E così è sorta in me una dilemma. Sono l'unico rozzo bifolco della pianeta, sono la emblema del politicamente scorretto oppure è la sistema ad essere intrinsecamente idiota?  Fuori, la clima stranamente estiva di questa coda d'inverno mi invoglia a uscire, ma non lo faccio. In me c'è una magma di emozioni contrastanti che non vuole saperne di chetarsi. L'unica cosa di cui sono sicuro è che la Presidenta è la stemma di una società diversa, più raffinata, più intelligente, più rispettosa delle persone (e quindi delle parole), insomma di una rinnovata civiltà. Come lei sia riuscita ad arrivare a quelle vette per me resta una enigma. E per quanto dal mio cuore sgorghino sentimenti tumultuosi che vorrebbero tradursi in una poema per cantare le sue lodi, non ci riesco  e torno sempre alla stessa schema maschilista e vecchia. Forse dovrei cambiare la paradigma del mio mio modo di pensare prima che sulla mia povera persona si scagli la giusta ira della Presidenta. E la sua spietata anatema.

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