GLI
ANTICRISTI
Modesto suggerimento ai servizi di super intelligence europei. Nella strategia
del califfato c’è un baco ‘culturale’ che va sfruttato e che forse potrà
risparmiarci un sacco di problemi. La questione è semplice. Entriamo nella
mappa del mondo dell’Isis e proviamo a vedere come la Piovra islamica ci vede:
come dei crociati, cioè dei
cristiani. Ogni rivendicazione dei gruppi armati neri, sistematicamente, fa
riferimento a questa cifra della
nostra civiltà: la christianitas.
Bisogna capirli perché la christianitas,
in effetti, è stato l’unico vero collante delle genti europee dalla guerra
greco-gotica di Giustiniano alle scaramucce franco-longobarde di Carlomagno e
re Desiderio e via andare fino, quantomeno, all’età dei lumi, ma per lunghi
tratti anche dopo. Però la Gazzetta del Medioevo, cui sono abbonati i mujaheddin,
da noi non si stampa più da un pezzo per cui è doveroso che i nostri servizi
segreti provvedano, infiltrando nelle file del califfato accademici di vaglio e
professori di storia comparata delle civiltà, a informare i vertici della
Mezzaluna che è tutta acqua passata. Non siamo più cristiani da un pezzo. Anzi,
l’Europa Unita si fonda su radici artificiali dalle quali è stata espunta, con uso di pesticidi letali,
ogni traccia di sensibilità cristiana, ogni goccia di sangue cattolico romano.
Ecco qualche post it da appiccicare ai dossier dei temerari incaricati del
compito e da paracadutare dietro le linee nemiche. Primo: già con la Carta di
Nizza del 2000 furono disconosciute le scaturigini ‘crociate’ dell’Europa in
barba a secoli di storia che dimostravano il contrario. Non importa, le solerti
termiti della burocratura comunitaria
fecero il lavoro sporco del signor Winston in 1984: sbanchettarono le fonti del
passato che erano ostili alle loro prefigurazioni del futuro. Secondo: le
conferenze episcopali europee lanciarono, nel maggio 2002, un accorato appello
(inascoltato): “Il futuro Trattato
costituzionale dell’Unione Europea deve contenere un richiamo a Dio e al
Trascendente”. Invito accolto a pernacchie. Terzo: tranne Irlanda,
Polonia e Spagna (fino a Zapatero escluso, ovviamente) tutti gli altri stati
europei hanno vigorosamente impedito l’inserimento di qualsiasi accenno alla
cristianità nella Costituzione europea, poi abortita. Quarto: L’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione
contro i cristiani in Europa (Oidce) ha reso pubblico un rapporto annuale dove
si denunciano “i più clamorosi esempi
di situazioni in cui i cristiani in quanto tali sono stati vittime di hate crimes (crimini di odio) e di
restrizioni legali, compreso l’arresto e la persecuzione giudiziaria, che aveva
come bersaglio la loro libertà di espressione, di fede e di coscienza”. Insomma,
forse ce la caviamo con un po’ di soft
power. Basta fare un download
agli archivi del Grancattivo per convincerlo che non deve darsi troppa pena a
scristianizzare l’Europa. Ci hanno già pensato, da tempo, gli europei.
Francesco
Carraro
www.francescocarraro.com
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