domenica 31 maggio 2015

MEGLIO COMPETITIVI O COMPETI-VIVI?

 
Le istituzioni più prestigiose e venerate del mondo stanno tarando un questionario per individuare i bugs che sabotano il sistema economico impedendogli di marciare come una locomotiva atomica. Hanno individuato il baco par excellence, la cellula impazzita alterante l’equilibrio omeostatico del sistema. Si chiama essere umano e, per quanto sia oggetto di premurose ‘attenzioni’, si ostina a disadattarsi alle priorità della matrice. Allora chi di dovere ha deciso di applicare al microrganismo disfunzionale gli standard econometrici della civiltà finanziaria globale: PIL, deficit, debito, default. In capo a un complesso lavoro di squadra ne è scaturito il test da somministrare ai nano componenti umanoidi che ingolfano le turbine della motrice.  Ciò permetterà di sublimare l’apporto dei singoli e di agganciare alla stessa i vagoni della vagheggiata ripresa. Per quanto i contenuti siano ancora strettamente riservati e attingibili solo dalle elitarie committenze della rivoluzionaria ricerca, siamo in grado, complice una soffiata indiscreta, di anticiparvene i temi. Ecco dunque le soglie di criticità su cui sarete misurati. Primo step, prodotto individuale lordo: è l’insieme dei fattori che rendono bella, dignitosa, gratificante la vostra vita. Li potete facilmente isolare ponendovi  quesiti elementari. Vi sentite appagati e gioiosi al termine della vostra giornata? Ritenete di avere bene investito il tempo tiranno che vi condurrà, presto o tardi, alla tomba? Sprizzate orgoglio per come si sono affinati i vostri talenti unici e irripetibili? Provate un senso di rotonda compiutezza per aver camminato in direzione dei  sogni carezzati da bambini? Siete grati dell’oggi, appena tramontato, denso di innovativi progetti, di azioni finalizzate agli stessi, di persone coinvolte a brindare  al benessere che ne consegue? Insomma, ad essere brutali, trascorrete le vostre giornate immersi, fino all’orlo, in ciò ciò che amate annaffiando i semi di una passione inestinguibile? Riempite la clessidra (di una biografia destinata alla polvere) di minuti e secondi e millesimi volti a coronare una chiamata? Questo è il prodotto individuale lordo della vostra fragile umanità. Se la risposta alle domande è affermativa state deviando dall’ortodossia del sistema e, quindi, necessitate di un ‘tagliando’ che vi rimetta in PARI, di un reset approfondito che azzeri quel certo non so che di cui siete saturi e che vi fa stare bene. Un prodotto individuale lordo in attivo è inversamente proporzionale alle necessità e alle esigenze della ‘macchina’ di cui fate parte. Ergo, dovete ridimensionarvi e adattarvi, le vostre vite vanno rese più grigie, futili, banali e stressate. Se seguirete la ‘cura’, allora il vostro intero essere riprenderà a pulsare all’unisono con il cuor battente della civiltà competitiva e nervi, fibre, arterie e neuroni subiranno l’anestesia di un evanescente e sempiterno senso di vuoto funzionale al rilancio del  PIL collettivo. Secondo step, deficit personale. Per appurare se siete ‘sani’, se cioè vibrate in sincrono col ‘tutto’, dovete domandarvi se, al crepuscolo, vi sentite in debito di ossigeno mentale, emozionale, valoriale. Siete stanchi, stressati, provati, imbufaliti? Avete l’impressione di ballare a un ritmo hip-hop, marionette legate a mille fili? Sfruttati, frastornati, frustrati, incazzati con le troppe entità che esigono da voi troppe cose in troppo poco tempo? Vi sentite svuotati di energie, groggy tipo un pugile suonato, alla mercé di un’innumere (non schivabile) mole di stimoli? Non vedete  l’ora di affondare la testa nel cuscino coadiuvando il sonno con il succedaneo di un anestetico, alcolico o di altra natura? Questo è buono, questo va bene, il test è superato. Siete il prototipo ideale dell’evo competitivo, gente da battaglia, guerrieri sempre-in-piedi, In altre parole, siete in deficit e, da un dì all’altro, il vostro capitale di wellness, di serenità, di salute deflette, facendosi meno capiente del giorno prima in attesa di ridursi  di più l’indomani. Terzo step, debito spirituale. State accumulando conti in rosso con le vostre priorità? Saranno sempre meno le occasioni di dire sì al Grande Sogno? Siete in procinto di acconsentire all’ennesimo furto del vostro sacro spazio a beneficio di odiosi ladri di tempo che vi inducono-costringono-seducono a implicarvi in imprese senza scopo? Paventate di approdare decrepiti alle soglie della pensione per accorgervi di non avere in saccoccia né i soldi né la voglia né le energie per dedicarvi alla vostra presente Ragione di vita? State alienando minuti, ore, giorni, anni a un simulacro di esistenza animale in attesa che cali il sipario? Bene, benissimo. Siete in debito e quindi splendidamente allineati a ciò che esige il Sistema. Veniamo al default esistenziale. Vorreste dichiarare fallimento e ripartire? Abdicare alla schiavitù delle mille minchiate quotidiane agganciate come perline alla catena e ricominciare da zero, magari altrove? Uhm. Questo non è affatto positivo, anzi è un campanello d’allarme da non sottovalutare. Il default dell’individuo è la madre di tutte le minacce per l’evo competitivo. Dovete curarvi e, soprattutto, non cedere alla tentazione. Ci sono mille metodi per ovviare a tale carenza di spirito di adattamento, a questa euforia dell’abbandono. Non lasciate che la suggestione della fuga, l’ipotesi di una cornice di significato, l’idea bislacca di una vita sottratta al non sense, faccia presa. Se, malauguratamente, il test vi segnalasse un prodotto individuale  in attivo, un deficit personale al ribasso, un debito spirituale sotto controllo o, in difetto, la seducente prospettiva di un default esistenziale, sappiate che non è mai troppo tardi per venirne fuori. E smetterla di vivere.

 

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

 

 

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