C'è una
cosa che manda ai matti i supporters dello status quo. Posto che viviamo nel
migliore dei mondi possibili (come diceva Liebnitz) e posto che oggi si è
inverata la Repubblica profetizzata da Platone ventiquattro secoli fa (con gli
arconti filosofi al comando, cioè i meglio dei meglio a capo di BCE, Consigli
dei Ministri e Commissioni varie) com'è che non ne usciamo dal labirinto della
crisi? Non fai a tempo a esultare per i dati fantastici della fantasmagorica
riforma del job's act che scoppia la grana dell'Inps. Risolvi la grana
dell'Inps e deflagra quella dell'Iva, scopri un tesoretto e te lo scippa il
vecchietto. Insomma, la coperta è sempre troppo corta. E, ve lo dico in
confidenza, c'è una cosa che manda ai matti anche i tenutari dello status quo.
Non riescono a capire come far convergere le due direttrici parallele su cui si
basa tutta la loro costruzione: da un lato impoverire il più possibile le
classi medie facendone un ammasso di sottoproletariato disorganizzato (gente
che campi di mini jobs, di part time, di redditi di
cittadinanza e di altre elemosine del genere), dall'altro far sì che
queste stesse classi immiserite consumino per rilanciare (e possibilmente
sostenere) la competitività. Ci dev'essere un modo, e se non lo trovano gli
arconti platonici chi mai? E, se non ora, quando? Alla fine, ecco la
quadra: il debito. Ad ogni cittadino verrà erogato un debito di cittadinanza di
duemila euro al mese, anzi facciamo tremila. Col prestito, il bipede
consumatore potrà finalmente ingozzarsi e riempirsi di ogni ben di dio. Così il
PIL schizza alle stelle, il rapporto col debito si sgonfia, il
deficit collassa e l'Eldorado è fra noi. 'Gli è che poi mi si ingrossa
il debito privato' ha fatto notare uno dei Socrati reincarnati a uno dei
Platoni di ritorno. 'Mai paura. Ci facciamo garantire con ipoteche sugli
immobili. Gli italiani ne sono strapieni'. 'Ma gli immobili son già
tutti ipotecati e poi non valgono più un cazzo'. Alla fine, i re filosofi
han deciso che i nuovi mutui mensili verranno garantiti ipotecando i figli dei
destinatari dell'assegno (anche i nipoti van bene). Così, se uno non riuscirà a
restituire ciò che spende per la crescita del figlio, potrà sdebitarsi cedendo
il figlio a titolo gratuito allo stato per rilanciare la crescita del PIL. Lo
so che sembrava di aver già toccato il fondo, ma, toccato un fondo, le nostre
guide ne additano subito un altro. Ed è sempre il migliore dei fondi
possibili.
Francesco
Carraro
www.francescocarraro.com
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