Il raduno delle associazioni cattoliche a difesa di una cosa così astrusa, e financo border line,
come la famiglia-naturale-fondata-sul-matrimonio-di-uomo-e-donna ha
mandato in fibrillazione il più bel mondo della politica e
dell’ecclesia, di qua e di là dal Tevere. Hanno cominciato quelli della
CEI (Conferenza Episcopale Italiana) prendendo le distanze dall’evento e
provandone un profondo imbarazzo. In un periodo epocale come questo,
con un papa epocale come questo, che sta facendo saltare, tipo tappini
dalle gazzose, molti obsoleti tabù, ostinarsi a difendere la famiglia sa
di vecchio, di stantio e di anormale, anche per i vertici del Vaticano.
A livello politico ci ha pensato tal Ivan Scalfarotto, sottosegretario
del governo Renzi, a definire ‘inaccettabile’ il family day.
Quella piazza urterebbe la suscettibilità del mondo ‘diverso’. Le
reazioni, una clericale, l’altra anti, certificano due fenomeni ormai
difficilmente frenabili: il prepotere delle minoranze e il declino della
normalità. Forse non a caso, ciò accade in un momento in cui il
concetto stesso di democrazia (connaturato alla prevalenza di una
maggioranza) si sgretola. Oggi non vince chi più conta, in senso
numerico, ma chi più canta, strepita e intimidisce. Ergo, un manipolo di
bravi, per quanto sparuto, se è baldanzoso e arrogante abbastanza, e
sapiente nell’abuso dei media, può mettere a tacere la massa silente e
non avvezza alla protesta. Veniamo al declino della normalità. La
tracotanza del minoritario ha reso indispensabile attivarsi per
rivendicare, con manifestazioni di piazza, i principii dell’ovvio. Il
fatto che la famiglia tradizionale si basi sull’incontro di due generi
differenti e sull’educazione di bambini nati da quell’amore banalmente
bisex non dovrebbe richiedere, a tutela, la mobilitazione di militanti
bellicosi. Eppure, siamo arrivati a questo. La normalità non è più data
per scontata, ma deve conquistarsi il diritto di esistere che, invece,
spetterebbe alla ‘eccezione’ reclamare. E le istituzioni religiose che,
di siffatta normalità, dovrebbero farsi paladine, si scansano temendo la
taccia di oscurantismo. Così, la salvaguardia del logico, del giusto,
del naturale è rimessa al coraggio e alla tigna di chi non tollera lo
sfregio di ciò che sino a ieri era il pilastro della nostra società ed
ora è un totem da abbattere. Speriamo che non gli passi la voglia di
farlo perché, altrimenti, la maggioranza silenziosa diventerebbe una
maggioranza silenziata. E soccombente.
Francesco Carraro
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