Gli euroforici possono tirare un sospiro di sollievo. I
britannici non sono così scaltri come si temeva. Secondo un sondaggio di
yougov, il 55% dei cittadini del Regno Unito è favorevole alla permanenza nella
Ue. Così, il referendum promosso da Cameron dovrebbe passare senza lasciare
tracce pericolose nell’animo dei popoli del continente. Ininfluente, evaporerà
come lo spray. Ora, v’è da chiedersi perché. Insomma, cos’altro deve succedere
perché i cittadini europei connettano le sinapsi agli indizi disseminati
ovunque e capiscano l’equazione Europa Unita=crisi? Non è difficile, non stiamo
parlando di E=MC al quadrato. Eppure, una massa impressionante di zombie
continua a pronunciarsi a favore di chi le ha inoculato il morbo e la
tiene a stretto giro di catena. Una causa può essere nella superficialità,
spesso dolosa, di chi diffonde, a mo' di untore, quel certo non so che di
sentimento pro euro di cui poi beneficiano i partiti maggiori raccogliendone il
risultato sotto forma di voti nelle urne. Solo così si spiega, del resto, il
trenta e passa per cento di consensi per quel partito di cartongesso che è il
PD renziano. Ma, a ben vedere c’è dell’altro. Parliamo di un respingente che,
all’atto pratico, e nel momento topico, allontana l’elettore medio dalla
prospettiva dell’exit come dal virus dell’Ebola. E questo pesticida della
consapevolezza si chiama ricatto dei Mercati. In Inghilterra, per dirla tutta,
diverse società finanziarie della City hanno minacciato di lasciare le sponde
del Tamigi in caso di fuoriuscita della GB dall’Euro. L’uomo della strada ha
l’incubo della miseria e, ogni volta che mette la testina fuori dal carapace
per immaginare che un altro mondo è possibile, qualcuno gli sussurra ‘miseria,
miseria’ e lui si ritrae. Se ne dovrebbe dedurre che ciò che fa così male a noi
(il processo di unificazione) fa benissimo a loro (i Mercati). Eppure,
preferiamo la padella in cui ci cucinano alla brace di cui ci minacciano. Forse
dovremmo cominciare a prendere in considerazione l'idea di 'vedere' le loro
carte per capire se non sia un bluff. Se poi non lo fosse, allora perché non
decidere di cambiare le regole del gioco?
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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